Il Virus del Mosaico del Tabacco nella Coltura della Cannabis
Published :
Jan 12, 2018
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Il virus del mosaico del tabacco fu il primo virus descritto dall'uomo. I suoi studi contribuirono allo sviluppo della biologia molecolare contemporanea. Nonostante la sua affascinante storia, il VMT può essere devastante per la cannabis se lasciato avanzare indisturbato. Quali sono le conseguenze del VMT in una coltura di marijuana?
IL VIRUS DEL MOSAICO DEL TABACCO
Il virus del mosaico del tabacco è un agente patogeno scoperto per la prima volta sulle piante del tabacco. Questa malattia provoca macchie e chiazze sulle foglie, rallenta la crescita, deforma lo sviluppo delle giovani foglie e riduce le rese. Non è ancora chiaro se sia proprio il VMT ad infettare la cannabis, ma i sintomi coincidono con quelli riportati per altre piante. Rimane comunque un argomento ancora controverso.
I sintomi sono spesso diagnosticati come conseguenza di una sovraconcimazione o di un attacco di altri agenti patogeni, come il Fusarium solani o il Diplocarpon rosae. Anche le infestazioni degli acari Polyphagotarsonemus latus e Aceria anthocoptes possono causare sintomi simili.
Il virus del mosaico del tabacco è un "contagium vivum fluidum", ovvero un agente patogeno solubile che può migrare da una pianta all'altra. Dal tabacco è riuscito a passare in oltre 125 altre specie vegetali. Tra queste troviamo le piante di zucca, calendula, spinacio, peperone e pomodoro.
SINTOMI
Esattamente come per le altre piante, i sintomi possono variare da un'intera pianta infestata a poche foglie colpite. A seconda della genetica, alcune piante possono fungere da vettori senza mostrare alcun sintomo.
* Le foglie accartocciate con righe gialle e a chiazze sono il principale sintomo di questa malattia.
* L'ingiallimento tende ad essere più evidente sulle parti deformate.
* Le foglie più vecchie con sintomi di ingiallimento sono più sottili e increspate. Le foglie ancora verdi invece tendono a non deformarsi.
* Gli effetti sono più visibili quando le foglie sono in ombra.
* La crescita delle piante è stentata e le nuove foglie tendono a deformarsi e ad attorcigliarsi, assumendo forme simili a quelle di una felce.
PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE
È sempre meglio rispettare le buone pratiche colturali, in quanto possono prevenire non solo il VMT ma anche molti altri agenti patogeni potenzialmente pericolosi per le piante di cannabis.
È essenziale la massima pulizia e sterilizzazione:
* Lavatevi accuratamente le mani con acqua e sapone prima di toccare le piante o indossate un paio di guanti.
* Cambiate i guanti o lavatevi nuovamente le mani man mano che toccate le varie piante.
* Prima di avviare una nuova coltivazione, lavate tutte le superfici e le attrezzature con un disinfettante agricolo.
Le piante con buona genetica sono meno suscettibili a malattie e funghi potenzialmente pericolosi per la cannabis. Scegliete sempre le varietà più resistenti.
COME SI PUÒ CURARE?
Purtroppo non esistono cure per il VMT. Quando l'infezione è ormai avanzata, tutte le piante e il suolo devono essere distrutti. Il virus del mosaico del tabacco non uccide necessariamente le piante, ma i tassi complessivi di crescita e le rese finali vengono gravemente compromessi. Gli impianti idroponici hanno meno possibilità di essere attaccati dal virus perché privi di terra.
Sebbene non riesca a curare questa malattia, l'aspirina può essere aggiunta nell'acqua d'irrigazione per migliorare la salute delle piante. In questi casi le rese non saranno mai ottimali, ma rimarranno comunque superiori a quelle delle piante non trattate. Il responsabile dei giardini dell'Università di Rhode Island suggerisce di aggiungere regolarmente 1 aspirina non rivestita ogni 4 litri d'acqua d'irrigazione.
LA STORIA DEL VIRUS
Il virus del mosaico del tabacco fu il primo virus scoperto dall'uomo, una pietra miliare nella storia della virologia. Fu descritto per la prima volta nel 1892 da Ivanoski e successivamente confermato come virus da Beijerinck nel 1898. All'epoca le conoscenze e gli strumenti per gestire questo nuovo agente erano inesistenti. Solo nel 1935 il VMT venne isolato come una proteina enzimatica. Qualche anno più tardi, nel 1937, venne classificato come nucleoproteina. Queste scoperte furono essenziali per il progresso della biologia molecolare che oggi conosciamo.