Programmi d’Illuminazione per Piante di Cannabis Autofiorenti
Published :
Nov 8, 2019
Categories :
Coltivazione di cannabis
Le autofiorenti non richiedono variazioni nel ciclo di luce per avviare la loro fioritura. Tuttavia, hanno ancora bisogno di molta luce per sviluppare cime di grandi dimensioni! Ecco tutto ciò che c’è da sapere sui programmi d’illuminazione per le autofiorenti, sui tipi di lampade per l'indoor e su come coltivarle all’aperto sotto il sole!
Le autofiorenti sono fantastiche: semplificano le manovre di coltivazione, crescono velocemente e occupano poco spazio. Ciò le rende perfette per i principianti ed un’allettante opzione per i coltivatori più esperti. Qui di seguito esamineremo più da vicino come fornire alla cannabis autofiorente le migliori condizioni di illuminazione per ottenere raccolti potenti ed abbondanti.
1ª PARTE: PROGRAMMI D’ILLUMINAZIONE PER LA CANNABIS AUTOFIORENTE
A differenza delle piante fotoperiodiche, il cui inizio di fioritura si basa su una variazione nel ciclo luminoso, le autofiorenti fioriscono in base all’età. Tuttavia, esattamente come le fotoperiodiche, le varietà autofiorenti hanno ancora bisogno di luce per svolgere la fotosintesi e produrre cime.
Da quando la prima autofiorente stabile (la genetica Lowryder) fece la sua comparsa sulla scena cannabica circa un paio di decenni fa, i coltivatori iniziarono a chiedersi quale ciclo di luce fosse più adatto per ottenere risultati ottimali. C’è chi sostiene che il più appropriato debba avere sei ore di buio, mentre altri preferiscono usare cicli di luce più innovativi, fornendo ore di luce interrotte da brevi pause di oscurità.
Anche se probabilmente non riusciremo mai a sciogliere i nodi di questo dibattito, quando si tratta di ottenere la maggiore quantità di cime con i migliori sapori e potenza, ogni programma d’illuminazione per autofiorenti comporta alcuni fattori da considerare. Se l’argomento vi incuriosisce, siete liberi di sperimentare tutti questi programmi nelle vostre colture.
UNA NOTA SUL RENDIMENTO ENERGETICO
I coltivatori di autofiorenti non puntano solo ad ottenere i migliori raccolti e le cime di maggiore dimensione, ma considerano anche il rendimento energetico. Far crescere delle piante di cannabis sotto 18 ore di luce al giorno comporterà ovviamente un consumo minore di energia rispetto a tenerle sotto 24 ore di luce costante. Ciò influirà sia sul costo che sull’impatto ambientale della vostra operazione. Tenetelo quindi a mente.
Senza ulteriori indugi, ecco alcuni dei più comuni programmi d’illuminazione da usare nelle coltivazioni di autofiorenti.
PROGRAMMA D’ILLUMINAZIONE 24–0
Un discreto numero di coltivatori opta semplicemente per mantenere le proprie piante sotto un ciclo di luce di 24 ore ininterrotte, giorno dopo giorno. Si tratta ovviamente del programma d’illuminazione più semplice da gestire, in quanto non richiede nemmeno un timer. La maggior parte dei coltivatori sceglie questo ciclo di luce nella speranza di ottenere le migliori rese produttive grazie ad un’esposizione di luce ininterrotta.
Sebbene non vi sia una risposta definitiva a sostegno di questa teoria, la scienza sembra comunque prendere le sue parti. Uno dei metodi per classificare le specie vegetali si basa sui meccanismi adottati dalle piante per assorbire ed utilizzare la CO₂. Alcune piante usano la fissazione del carbonio C₄, ovvero assorbono CO₂ durante il periodo di oscurità per usarla nella fotosintesi durante il periodo di luce. Tuttavia, la cannabis appartiene alle cosiddette piante C₃, ovvero alle specie vegetali che non hanno bisogno di un periodo di riposo. Fintanto che ricevono luce, possono continuare con la loro fotosintesi. E questa è già una buona ragione per adottare un programma 24–0! Tuttavia, ci sono coltivatori che sostengono fermamente che un po’ di oscurità sia del tutto naturale e necessaria per le piante di cannabis. Per questo motivo mostrano una certa diffidenza nell’esporre le proprie piante ad un ciclo di luce ininterrotto. In definitiva, il più grande inconveniente del programma d’illuminazione 24–0 è la maggiore quantità d’energia consumata.
Vantaggi:
• Più semplice, in quanto non richiede un timer
• Può dare migliori rese produttive
Svantaggi:
• Consuma più energia
PROGRAMMA D’ILLUMINAZIONE 18–6
Il programma d’illuminazione 18–6 (18 ore di luce accesa seguite da 6 ore di oscurità) è il più usato dai coltivatori di autofiorenti. Il principio alla base di questo programma non si basa certo sulla fisica quantistica. L'obiettivo è fornire alle piante sufficiente luce per incoraggiarle a produrre ottimi raccolti, ma allo stesso tempo consentire loro una breve, ma significativa, interruzione al buio, incoraggiando così una crescita più sana. E, ovviamente, con un ciclo di luce 18–6 anziché 24–0 si può risparmiare fino ad un 25% sulla bolletta della luce. Vale comunque la pena notare che molti coltivatori di autofiorenti hanno sperimentato programmi d’illuminazione da 18–6 e da 24–0 senza notare differenze significative nelle rese finali.
Esiste qualche inconveniente nell’adottare il programma 18–6? Ebbene, nonostante non si possa considerare un vero e proprio problema, è necessario un timer (come d'altronde in quasi tutti i programmi d’illuminazione).
Vantaggi:
• Buone rese produttive
• Permette alle piante di riposare
• Consuma meno energia del ciclo 24–0
Svantaggi:
• Richiede un timer
PROGRAMMA D’ILLUMINAZIONE 20–4
Ed ecco una via di mezzo per coloro che desiderano sfruttare i vantaggi dei due cicli di luce sopra menzionati. Allungando di due ore la fase di luce, alcuni coltivatori ritengono di poter ottenere raccolti più abbondanti, pur consentendo alle piante di riposare.
Vantaggi:
• Un’ottima via di mezzo tra il programma 18–6 e quello 24–0
• Si può risparmiare qualche euro sulla bolletta della luce
Svantaggi:
• Consuma più energia del ciclo 18–6
• Richiede un timer
PROGRAMMA D’ILLUMINAZIONE 6–2
Il programma d’illuminazione più insolito usato dai coltivatori di autofiorenti è quello composto da tre sessioni giornaliere di sei ore di luce e due di buio. Secondo chi lo adotta, il programma 6–2 migliora la crescita delle piante e rende più stabile e controllato l'ambiente.
Il principio alla base del programma 6–2 è che le piante di cannabis possono elaborare solo una certa quantità di luce al giorno. Una volta raggiunto quel determinato livello, la pianta non assorbe più luce, il che significa che qualsiasi ulteriore apporto di luce sarebbe sprecato.
Il programma d’illuminazione 6–2 interrompe il ciclo in tre periodi di sei ore di luce, con brevi pause di due ore di buio tra il momento in cui la pianta può riposare ed elaborare la luce ricevuta. Quando le luci si riaccendono, la pianta sarà già pronta per elaborarla. Di conseguenza, la teoria afferma che si può massimizzare la crescita delle piante quando le luci sono accese. I coltivatori che adottano il programma d’illuminazione 6–2 sostengono anche che un periodo di luce più breve provoca meno stress alle piante e riduce gli sforzi dei sistemi di raffreddamento, poiché tale ciclo consente alla stanza di raffreddarsi prima che le luci si riaccendano. Chi invece disapprova il programma 6–2 afferma che l’uso di cicli di luce e buio più frequenti, ma più brevi, mette inutilmente sotto sforzo alcuni componenti come le lampade e gli impianti di riscaldamento.
Vantaggi:
• Potenzialmente, crea meno stress alle piante
• La teoria sostiene che vi sia un aumento nel potenziale produttivo
• Può rendere più stabile l’ambiente (temperature, ecc.)
Svantaggi:
• Le attrezzature vengono messe sotto sforzo
• Pochi coltivatori lo adottano
UNA NOTA SULLE TEMPERATURE
Abbiamo già parlato di come i diversi programmi d’illuminazione possano potenzialmente alterare la salute e il rendimento delle colture, nonché incidere sulla bolletta della luce. Ma c’è anche un’altra considerazione da fare: come le temperature della stanza o armadio di coltivazione verranno influenzate dal vostro programma d’illuminazione.
Quando le luci rimangono accese per diverse ore senza interruzioni, le temperature della grow room aumentano significativamente. Questo può essere positivo o negativo. Se state coltivando in un ambiente caldo, il calore prodotto può diventare un problema che vi costringerà a prendere provvedimenti per raffreddare l’ambiente. In questo caso, un programma d’illuminazione con qualche interruzione al buio, come un programma 18–6 o 6–2, non riscalderà così rapidamente la vostra grow room. Se invece state coltivando in un ambiente più fresco, la costante esposizione alla luce può aiutare ad aumentare le temperature, senza dover pensare ad installare altri elementi riscaldanti. Per cui, tenetelo a mente al momento di selezionare il programma d’illuminazione.
2ª PARTE: TIPI DI LAMPADE PER FAR CRESCERE LE AUTOFIORENTI
Esistono due tipi principali di luci per la coltivazione della cannabis: HID (lampade a scarica ad alta intensità) e LED. Sebbene le lampade HID siano un vecchio standard tra i coltivatori indoor, ancora oggi ampiamente usate, negli ultimi anni i LED si sono evoluti e i loro prezzi sono scesi, offrendo ai coltivatori domestici una valida alternativa alle HID. Ecco cosa dovete sapere su questi tipi di luci per la coltivazione.
LAMPADE HID PER LA COLTIVAZIONE (MH, HPS)
Le lampade HID sono economiche, potenti e possono far crescere una marijuana di ottima qualità. Esistono due tipi di lampade HID: quelle ad alogenuri metallici (MH) e al sodio ad alta pressione (HPS). Con le piante fotoperiodiche, si usano le MH durante la fase vegetativa e le HPS durante la fioritura.
Le lampade MH emettono una luce più bluastra, ideale per la fase di crescita della cannabis. Una volta che le piante entrano in fioritura, le MH dovranno essere sostituite con le HPS, che emanano uno spettro di luce più arancione/rossastro, perfetto per promuovere lo sviluppo delle infiorescenze.
Quando si coltivano le autofiorenti con le lampade HID, vale lo stesso principio generalmente applicato per le piante fotoperiodiche. Se volete ottenere raccolti più abbondanti e cime più grandi, dovrete sempre passare dalle MH alle HPS non appena le piante progrediranno naturalmente verso la fase di fioritura (di solito dopo 3–4 settimane). Vale comunque la pena notare che, rispetto alle luci a LED, le HID generano molto più calore e possono aumentare rapidamente le temperature di una grow room. Consumano inoltre molta più energia per funzionare, ma sono decisamente meno costose da acquistare.
Vantaggi:
• Economiche da acquistare
• Si ottiene una cannabis di ottima qualità e rese produttive elevate
Svantaggi:
• Generano molto calore
• A seconda dello stadio di sviluppo delle piante, si devono usare due tipi di lampadine (MH e HPS)
• Le lampadine devono essere sostituite ogni 6 mesi circa perché perdono potenza
• Hanno bisogno di un riflettore e di uno speciale alimentatore (trasformatore) per funzionare
• Richiedono maggiori costi operativi
Un altro tipo di luce HID per la coltivazione della cannabis sono le lampade LEC, una variante più efficiente dal punto di vista energetico. Inoltre, lo spettro luminoso di queste lampadine è più simile a quello dei raggi solari naturali, che secondo alcuni coltivatori è più benefico per la crescita delle piante.
LUCI A LED PER LA COLTIVAZIONE
In passato, quando questa tecnologia era ancora una novità, i LED non venivano presi molto sul serio dai coltivatori esperti. Ed anche dopo aver constatato che potevano essere utili per coltivare cannabis, il problema successivo fu il loro prezzo troppo elevato. Oggi, le luci a LED sono diventate un punto di riferimento per molti coltivatori di cannabis, grazie ai prezzi più accessibili e alla tecnologia standardizzata. Le moderne luci a LED per la coltivazione emettono la stessa luce delle buone e vecchie lampade HID, consentendo di ottenere gli stessi risultati di un tradizionale impianto d’illuminazione HID. Sebbene i sistemi a LED siano più costosi rispetto a quelli HID, le spese operative sono significativamente più basse. Infatti, ci sono numerosi vantaggi nel coltivare le autofiorenti con i LED: consumano molta meno energia rispetto alle lampade HID, producono molto meno calore e la maggior parte dei modelli richiedono una semplice presa elettrica e sono subito pronti per l’uso (senza la necessità di attrezzature secondarie come riflettori).
Vantaggi:
• Facili da usare
• Producono meno calore
• Consumano meno energia e fanno risparmiare soldi
Svantaggi:
• Il prezzo d’acquisto è superiore
• Sul mercato online circolano numerosi modelli economici, ma inaffidabili
Al momento di acquistare una luce a LED, vi capiterà spesso di trovare la scritta LED “a spettro completo”. Queste lampade sono adatte per tutte le fasi di crescita delle piante di cannabis, il che significa che potete usarle dal momento in cui piantate le vostre autofiorenti fino al raccolto.
Altri modelli a LED sono dotati invece di un interruttore che può essere premuto per cambiare lo spettro da “vegetativo” a “fioritura”. Anche se state coltivando autofiorenti, dovrete comunque passare alla modalità “fioritura” non appena le piante inizieranno a fiorire.
3ª PARTE: COLTIVARE CANNABIS AUTOFIORENTE ALL’APERTO
Quest'articolo si è finora soffermato sulla coltivazione indoor delle autofiorenti, con l'ausilio di luci artificiali. Date le loro dimensioni piuttosto contenute, non è una sorpresa che queste varietà siano diventate molto popolari tra i coltivatori indoor. A differenza di alcune varietà fotoperiodiche, le piante possono facilmente crescere in piccoli armadi, ripostigli, ecc.
Ma la cannabis autofiorente non si comporta bene solo nelle coltivazioni indoor. Può essere coltivata con ottimi risultati anche all’aperto.
Poiché non fanno affidamento sulle ore di luce naturale per avviare la loro fioritura, le autofiorenti si possono piantare all’aperto tutte le volte che si vuole (a seconda delle condizioni meteorologiche). Potete piantarle all’aperto appena passato il rischio delle gelate e, proprio come accade nelle colture indoor, hanno la capacità di fiorire dopo 3–4 settimane di crescita, per essere poi raccolte dopo un brevissimo periodo di circa 60–70 giorni. Poiché crescono e completano il loro ciclo di vita così rapidamente, all’aperto consentono più raccolti all'anno, o addirittura per stagione! Se calcolate bene i tempi, potete raccogliere cannabis praticamente tutto l’anno.
L’altro grande vantaggio nel coltivare autofiorenti all’aperto sono le loro dimensioni discrete e la loro naturale resistenza. I coltivatori furtivi e guerrilla le apprezzano per la poca manutenzione che richiedono. A differenza di una gigantesca sativa alta 3m, che si innalza in un campo come un palo della luce, le autofiorenti si nascondono nel sottobosco ed hanno meno probabilità di essere scoperte. Inoltre, la crescita più accelerata delle autofiorenti può anche ridurre i rischi di essere accidentalmente scoperti rispetto ad una pianta che richiede diversi mesi per terminare il suo ciclo.
Ed anche se le moderne lampade per la coltivazione hanno fatto passi da gigante, nulla potrà mai battere la luce solare quando si tratta di coltivare un’erba di primissima qualità. Oltre alle ottime rese produttive, si ritiene che i raggi UV del sole giochino un ruolo importante nella produzione di THC, il che significa che potrete ottenere una cannabis ancora più potente dalle vostre autofiorenti coltivate all’aperto!