La Carenza di Molibdeno nelle Piante di Cannabis e Come Trattarla
Published :
Oct 24, 2017
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Coltivazione di cannabis
La carenza di molibdeno si verifica spesso in molte piante, e la cannabis non fa eccezione. Scopriamo i vari metodi per gestire questo problema e per mantenere le piante in perfetta salute.
Come ogni altra pianta, la cannabis è un organismo vivente che richiede attenzioni amorevoli e una manutenzione regolare. Se si trascura un qualsiasi aspetto vitale, la pianta può sviluppare una grave carenza nutrizionale, che a lungo termine può risultare molto dannosa.
INDIVIDUARE UNA CARENZA DI MOLIBDENO
Le cime di cannabis sono spesso inclini a sviluppare una carenza di molibdeno. In pratica, questo problema è molto simile ad una mancanza di azoto. Infatti, all'inizio i sintomi sono lo scolorimento ed una variazione dell'aspetto delle foglie. Nella gran parte dei casi, i bordi delle foglie diventano di colore arancione brillante, rosa, o rosso. Tale pigmentazione si diffonde poi gradualmente verso il centro della foglia.
Quando nelle piante di cannabis si sviluppa una carenza di molibdeno, ciò è dovuto soprattutto da un livello di pH troppo basso. In sostanza, il pH indica l'acidità o l'alcalinità su una scala da 1 a 14. Le piante di cannabis preferiscono un ambiente più acido per crescere in modo ottimale. Per questo molto spesso crescono meglio all'aperto, e persino allo stato selvatico.
I VANTAGGI DI UNA CORRETTA GESTIONE DEL PH
Un livello di pH ottimale è fondamentale per la salute di qualsiasi pianta. In questo modo si riduce il rischio di eventuali problemi alle foglie come la decolorazione. Inoltre, la pianta sarà in grado di produrre rese maggiori e in tempi più rapidi. Con il giusto livello di pH le piante, e la cannabis in particolare, riescono ad avere un accesso costante a tutte le sostanze nutritive disponibili nel substrato. Ad ogni modo, è importante trovare il giusto equilibrio tra la soglia di pH minima e quella massima.
Il livello di pH ideale per le piante coltivate nel terreno è tra 6,0 e 7,0. Per le piante che crescono fuori suolo o in impostazioni idroponiche, il pH dovrebbe invece essere tra 5,5 e 6,5. Valori al di sopra o al di sotto di quelli indicati provocheranno effetti visibili nella struttura della pianta, soprattutto a livello di pigmentazione, anche se vengono somministrate tutte le sostanze nutritive adeguate.
GESTIRE UNA CARENZA DI MOLIBDENO
Dopo aver individuato i sintomi di carenza di molibdeno sulle vostre piante, è essenziale intervenire il più presto possibile. La prima cosa da fare è irrigare le piante con acqua pulita e con pH adeguato, addizionata con i macronutrienti specifici per la cannabis: azoto, fosforo e potassio (NPK). In questo modo si eliminerà dalla pianta qualsiasi deposito di sale che potrebbe impedire alle radici di assorbire il molibdeno.
Anche se coltivate principalmente indoor, vi consigliamo di esporre le piante all'ambiente esterno di tanto in tanto, poiché è molto benefico per la loro salute. Infatti, in questo modo le piante riusciranno a smaltire temporaneamente il calore e l'umidità in eccesso accumulati nella grow room indoor. Innaffiate le piante regolarmente (ma non eccessivamente), la mattina presto o di sera, per evitare l'evaporazione immediata dell'acqua a causa del sole.
Per quanto riguarda il ricircolo dell'aria indoor, è opportuno installare un sistema di ventilazione che permetta di creare una brezza lieve e costante. In questo modo le piante potranno assorbire più facilmente l'anidride carbonica di cui hanno bisogno, soprattutto durante le ore di luce.
La manutenzione di una pianta, e soprattutto della cannabis, implica una certa dose di tempo, impegno e denaro. Questa dedizione è però necessaria se in futuro vorrete gustare i frutti del vostro duro lavoro.